Birre Olandesi: una tradizione antica

La tradizione produttiva di birre in Olanda risale a molti secoli fa, con l’inizio della produzione di birra monastica nel Medioevo. Nel corso dei secoli, molte città olandesi sono diventate famose per la loro produzione di birra, in particolare Amsterdam, Utrecht e Rotterdam.

In Olanda, la birra viene prodotta utilizzando principalmente l’orzo come ingrediente base, che viene maltato, macinato e mescolato con acqua calda per creare il mosto. Successivamente, viene aggiunto il luppolo per il suo sapore amaro e aromi distintivi, e viene fermentato con lieviti specifici per la birra.

Una delle birre più famose dell’Olanda è la Heineken, prodotta fin dal 1873. Ci sono molte altre birre olandesi, come la Amstel, la Grolsch e la Hertog Jan. Inoltre, ci sono molte piccole birrerie artigianali che producono birre di alta qualità con ingredienti locali e tecniche tradizionali.

La cultura della birra è molto radicata in Olanda, con numerosi pub e bar che servono una vasta selezione di birre locali e internazionali. Inoltre, ci sono anche festival della birra in cui i produttori di birra artigianale possono mostrare le loro creazioni al pubblico.

Se stai cercando le migliori birre artigianali olandesi, sbirciando online potrai trovare una vasta scelta, e potresti avere piacevoli sorprese.

Quali sono le birre olandesi più famose?

Ci sono molte birre famose nei Paesi Bassi, ecco alcune delle più conosciute:

Heineken – Una delle birre più famose al mondo, prodotta a partire dal 1873 a Amsterdam.

Grolsch – Un’altra birra olandese molto popolare, che viene prodotta a Enschede dal 1615.

Amstel – Una birra leggera prodotta ad Amsterdam dal 1870, acquisita successivamente da Heineken.

La Trappe – Una birra trappista prodotta dai monaci dell’Abbazia di Koningshoeven dal 1884.

Hertog Jan – Una birra artigianale di alta qualità, prodotta a Arcen dal 1981.

Jopen – Una birreria artigianale di Haarlem che produce birre dal 1994, tra cui la Jopen Koyt, una birra con ingredienti tradizionali.

Brand – Una birra prodotta a Wijlre dal 1340, una delle birre più antiche dei Paesi Bassi.

Oranjeboom – Una birra leggera prodotta a Rotterdam dal 1671.

Palm – Una birra belga prodotta anche nei Paesi Bassi dal 1747, caratterizzata dal suo sapore dolce e maltato.

Dutch Bargain – Una birra artigianale relativamente nuova, prodotta a Groede dal 2013, con una gamma di birre interessanti e innovative.

Qual è la birra olandese che veniva prodotta a Trieste?

Nel 1870 fu costruita la fabbrica Dreher a Trieste, su iniziativa del nipote di Franz Anton. In quel periodo, Trieste godeva del privilegio di essere una città libera e un porto franco all’interno dell’impero austro-ungarico, ed era una realtà economica e finanziaria seconda solo a Vienna. In seguito agli eventi bellici della prima guerra mondiale e all’annessione di Trieste all’Italia, sancita dal Trattato di Rapallo nel novembre 1920, la birra Dreher di Trieste divenne popolare anche tra i consumatori italiani.

Sindrome di Tourette: sintomi, caratteristiche e personaggi famosi

La sindrome di Tourette è una condizione medica che è probabilmente causata da un’interazione tra fattori genetici e ambientali. Gli studi suggeriscono che ci sono alcuni geni che possono aumentare il rischio di sviluppare la sindrome di Tourette, ma non tutti i casi hanno una causa genetica identificabile. Inoltre, ci sono anche alcuni fattori ambientali che possono aumentare il rischio di sviluppare la sindrome di Tourette, come l’esposizione a sostanze tossiche o a infezioni durante lo sviluppo del cervello. Tuttavia, nonostante siano stati fatti molti studi, non è ancora stato identificato un singolo fattore che possa causare la sindrome di Tourette in tutti i casi.

Chi colpisce la sindrome di Tourette?

La sindrome di Tourette può colpire persone di qualsiasi età, sesso, etnia o background socioeconomico, anche se si manifesta più comunemente durante l’infanzia e l’adolescenza. Si stima che circa il 1% della popolazione mondiale sia affetto da questa sindrome. Inoltre, la sindrome di Tourette colpisce più frequentemente i maschi rispetto alle femmine, con un rapporto di circa 4:1.

Come si capisce se si ha la sindrome di Tourette?

La sindrome di Tourette è caratterizzata da tic motori e vocali che si manifestano durante l’infanzia e l’adolescenza. I sintomi possono variare da persona a persona e possono essere lievi o gravi. Alcuni esempi di tic motori sono movimenti degli occhi, scuotimento della testa, contrazione dei muscoli facciali o delle spalle, mentre esempi di tic vocali sono balbettio, ripetizione di parole o suoni, eccessiva tosse o deglutizione.

Per essere diagnosticata con la sindrome di Tourette, una persona deve avere tic motori e vocali che durano almeno un anno e che si manifestano prima dei 18 anni. Inoltre, i tic devono essere presenti in modo intermittente e non continuo durante questo periodo. Alcune persone possono anche manifestare altri sintomi, come l’iperattività, l’impulsività, l’ansia o l’attacco di panico.

Se si sospetta di avere la sindrome di Tourette, è importante consultare un medico specializzato nel campo della neurologia o della psichiatria per una valutazione accurata.

Come si cura la sindrome di Tourette?

Attualmente non esiste una cura definitiva per la sindrome di Tourette, ma ci sono diverse opzioni terapeutiche che possono aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone affette da questa condizione.

Uno dei trattamenti più comuni è la terapia farmacologica, che prevede l’uso di farmaci per ridurre i tic e altri sintomi associati alla sindrome di Tourette. I farmaci più comunemente prescritti includono antipsicotici, antidepressivi e farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale.

Un’altra opzione terapeutica è la terapia comportamentale, che può aiutare le persone affette da sindrome di Tourette a controllare i loro tic e migliorare la loro capacità di funzionamento quotidiano. La terapia comportamentale può includere la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia di abituazione e la terapia di rilassamento.

In alcuni casi, la chirurgia può essere considerata come opzione terapeutica per la sindrome di Tourette. La stimolazione cerebrale profonda (DBS) è una procedura chirurgica in cui un dispositivo viene impiantato nel cervello per inviare impulsi elettrici a specifiche aree del cervello, in modo da ridurre i tic e altri sintomi.

È importante consultare un medico esperto nel trattamento della sindrome di Tourette per valutare la migliore opzione terapeutica per ogni singolo caso.

Personaggi famosi che ne sono affetti

La sindrome di Tourette è tornata alla ribalta dopo una recente intervista dell’attore Alessandro Borghi(The Place, Suburra) che ha dichiarato di esserne affetto.

In un’intervista al podcast Bsmt di Gianluca Gazzoli, l’attore ha parlato della sua diagnosi di sindrome di Tourette e di come la sua compagna Irene Forti abbia giocato un ruolo fondamentale nel comprendere i suoi sintomi. Borghi ha spiegato che la Tourette non si limita ai tic verbali, come quelli che spesso vengono associati alla sindrome, ma che esiste anche una parte motoria che causa i tic. Ha anche sottolineato che i tic non sono la causa della Tourette, ma sono il modo in cui il corpo risponde allo stress post-traumatico. Tuttavia, Borghi ha anche detto che quando recita, i suoi tic scompaiono, anche se possono riapparire in situazioni di forte stress emotivo. Sebbene la diagnosi gli abbia tolto ogni speranza di guarigione, Borghi ha visto un lato positivo, cioè la consapevolezza di ciò che ha e la possibilità di controllarlo.

Anche altre persone famose soffrono della sindrome di Tourette, tra cui il rapper statunitense Eminem, la cantautrice Billie Eilish e l’ex calciatore inglese Paul Gascoigne. Tuttavia, questo disturbo non ha risparmiato neanche personaggi illustri del passato, come il compositore e musicista austriaco Wolfgang Amadeus Mozart.

Jack Nicholson torna a vedere gli amati Lakers!

Durante il sesto match contro i Memphis Grizzlies, anche Jack Nicholson era presente al suo posto di sempre. L’attore, che non assisteva ad una partita dei suoi amati Los Angeles Lakers da quasi due anni, si è posizionato vicino al tavolo segnapunti insieme alla sua famiglia e ha assistito con gioia alla grande vittoria dei gialloviola, che ha permesso loro di superare il primo turno dei playoff ai danni di Memphis. Nicholson, 86 anni, è un appassionato tifoso dei Lakers e la sua presenza alle partite è diventata una tradizione che molti fan e spettatori non vedono l’ora di vedere ripetersi.

Dopo quasi due anni di assenza, la celebrità più famosa alle partite dei Los Angeles Lakers è tornata all’arena, salutata da un pubblico entusiasta. Jack Nicholson, 86enne appassionato tifoso dei Lakers, non mancava ad una partita da prima che l’arena cambi nome diventando la Crypto.com Arena. L’ultima volta che l’attore era apparso in pubblico risale al 19 ottobre 2021, prima di prendersi una lunga pausa per motivi di salute. Alcune voci avevano persino parlato di una forma di demenza. Tuttavia, alla partita di questa notte, Nicholson è apparso sorridendo e disponibile a farsi fotografare con i fan, salutato calorosamente da tutti i presenti. Questo ritorno è stato considerato una piacevole sorpresa per i fan dei Lakers, che si augurano di vederlo stabilmente presente in futuro per godersi le prossime cavalcate dei loro beniamini nei playoff.

Alberto Fortis in concerto per il Primo Maggio a Milano

“Spesso mi etichettano come di destra coloro che sono di sinistra, e viceversa. Tuttavia, io mi identifico semplicemente come me stesso: un seguace dei principi di Gandhi alla ricerca di una terza via”.

Nel frattempo, mentre a Roma si terrà il classico Concertone organizzato dalla Cgil, Cisl e Uil, il 1° Maggio in piazza Scala ci sarà un evento più modesto, il cosiddetto “concertino” voluto anch’esso dalle organizzazioni sindacali. Protagonista della serata sarà Alberto Fortis, uno dei cantanti storici del panorama cantautoriale italiano

Tequila: produzione curiosità e tradizione

La tequila è nata nella regione di Jalisco, in Messico. In particolare, la città di Tequila, situata a circa 65 chilometri a nord-ovest di Guadalajara, è considerata il luogo di nascita della tequila.
Tuttavia, la produzione di tequila è regolamentata da leggi specifiche, che prevedono che la tequila possa essere prodotta solo in alcune zone del Messico, tra cui alcuni comuni dello stato di Jalisco, parti di quattro stati adiacenti (Guanajuato, Michoacán, Nayarit e Tamaulipas) e alcune municipalità di Durango e San Luis Potosí. In queste zone, le piante di agave vengono coltivate e raccolte, e il loro succo viene quindi fermentato e distillato per produrre la tequila.

Questa bevanda alcolica viene prodotta utilizzando l’agave blu, una pianta tipica del Messico, e la sua produzione è regolamentata da leggi che prevedono che la tequila possa essere prodotta solo in alcune zone del Messico.

Come si chiama la pianta che produce la tequila?

La pianta che produce la tequila è chiamata “agave azul” o “agave tequilana”. Questa pianta succulenta è originaria del Messico e cresce principalmente nella regione di Jalisco, dove viene coltivata per la produzione di tequila. L’agave azul è caratterizzata dalle sue foglie a forma di spada, che possono raggiungere dimensioni notevoli, e dal suo cuore, chiamato “piña”, che viene utilizzato per produrre la tequila.

che gradazione ha la tequila ?

La tequila ha una gradazione alcolica che può variare a seconda del tipo di tequila e del produttore, ma in generale si situa tra il 35% e il 55% di alcol per volume (70-110 proof). La maggior parte delle tequila ha una gradazione alcolica intorno al 40% di alcol per volume (80 proof), che è la gradazione standard per le bevande alcoliche come la vodka, il gin e il whiskey. Tuttavia, esistono anche tequila con una gradazione alcolica più alta, note come “tequila añejo” o “tequila extra-añejo”, che possono raggiungere anche il 60% di alcol per volume (120 proof) o oltre.

che tipo di tequila è la tequila con verme?

La tequila con verme è una tipologia di tequila che contiene un verme, chiamato “gusano” in spagnolo, all’interno della bottiglia. Questo tipo di tequila è spesso associato alla regione di Oaxaca, in Messico, e in particolare alla marca “Mezcal”, che produce una varietà di tequila chiamata “Mezcal con gusano”. Tuttavia, è importante notare che la maggior parte delle tequila prodotte in Messico non contiene un verme all’interno della bottiglia. Il verme all’interno della tequila è stato introdotto solo in tempi relativamente recenti, ed è considerato più un’aggiunta di marketing che una tradizione autentica. Alcune leggende dicono che il verme possa avere proprietà afrodisiache o allucinogene, ma non esiste alcuna prova scientifica a sostegno di queste affermazioni.

esistono produttori di tequila in Italia?

In Italia esistono alcune aziende che producono tequila, ma la maggior parte della tequila venduta in Italia è importata dal Messico. La produzione di tequila è regolamentata da leggi specifiche in Messico, che stabiliscono i requisiti per la coltivazione dell’agave, la produzione della tequila e l’etichettatura delle bottiglie. Per questo motivo, la maggior parte della tequila prodotta in Italia non può essere considerata “tequila” in senso legale, ma piuttosto “agave spirit” o “spirito di agave”. Tuttavia, alcuni produttori italiani stanno cercando di creare una propria versione di tequila utilizzando agave coltivata in Italia e seguendo i metodi di produzione tradizionali. È importante notare che la qualità e l’autenticità di queste tequila italiane possono variare notevolmente, e che gli appassionati di tequila potrebbero preferire le marche messicane tradizionali.

ci sono coltivazioni di agave blu in italia?

Non esistono coltivazioni di agave blu in Italia su vasta scala, in quanto la coltivazione di questa pianta è strettamente legata al clima e al terreno della regione di Jalisco in Messico, dove la maggior parte della tequila è prodotta. Tuttavia, alcune aziende italiane stanno cercando di coltivare agave blu in Italia, principalmente per produrre “spirito di agave” o “mezcal italiano”. Ci sono alcuni fattori che limitano la coltivazione di agave blu in Italia, tra cui le basse temperature invernali, la mancanza di terreni adatti e l’assenza di una tradizione di coltivazione di questa pianta nel paese. Tuttavia, alcune aziende stanno sperimentando con tecniche di coltivazione indoor e serre climatizzate per cercare di riprodurre le condizioni ideali per la crescita dell’agave blu.

Perché la tequila si beve con sale e limone?

La tequila si beve tradizionalmente con sale e limone per attenuare il sapore forte e piccante della tequila e per pulire il palato tra un sorso e l’altro. Il rituale della tequila con sale e limone è originario del Messico, dove viene chiamato “tequila bandera” (bandiera della tequila). Il sale viene messo su una parte della mano, solitamente tra il pollice e l’indice, e poi si lecca il sale. Successivamente si beve un sorso di tequila, e si succhia un quarto di limone, in modo da rinfrescare il palato e attenuare l’amaro della tequila.

Inoltre, alcune teorie suggeriscono che il sale e il limone possano aiutare a prevenire i postumi di una bevuta eccessiva di tequila, ma non esistono evidenze scientifiche a sostegno di questa idea.

come si beve la tequila bum bum?

La “tequila bum bum” è una versione estrema del tradizionale rituale della tequila con sale e limone, che prevede di berla in un solo colpo senza usare le mani. In pratica, si piega il busto in avanti, si appoggia la testa su un tavolo o su un’altra superficie, e si beve la tequila dal bicchierino senza usare le mani.

E tu? Ami la tequila? L’hai mai provata?

Dinastia Ming: storia e curiosità

In Cina sono state presenti numerose dinastie, tra cui la famosa dinastia Ming.

Ma cos’è la dinastia Ming? Quali sono stati i suoi sovrani e quali le sue caratteristiche principali? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Quante sono le dinastie cinesi?

In Cina sono esistite ben 18 dinastie divise tra il periodo arcaico e il periodo imperiale, alcune delle quali hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nell’arte del Paese. Tra queste, le più importanti sono state la dinastia Ming e Qing. Andiamo a soffermarci sulla dinastia Ming.

Cosa vuol dire Ming? Ming significa “luce brillante” e questo nome è stato scelto dal fondatore della dinastia per simboleggiare il nuovo periodo di splendore e prosperità che avrebbe dovuto segnare l’inizio del suo regno, infatti la bandiera della dinastia Ming è rappresentata da un sole giallo e rosso brillante su fondo blu. La dinastia Ming ha segnato un momento di grande rinascita dopo il periodo difficile e oscuro della precedente dinastia Yuan.

Chi è il fondatore dei Ming? La dinastia Ming è stata fondata nel 1368 da Zhu Yuanzhang, conosciuto principalmente col nome di regno di Hongwu. Era figlio di braccianti che morirono a causa della peste quando lui aveva sedici anni. Ritrovatosi solo si aggrega in un convento buddhista diventando un monaco mendicante, ma nel 1352 cambia tutto: entra in un gruppo di ribelli, i cosiddetti turbanti rossi, lasciando le vesti di monaco. Questi movimenti rivoluzionari si opponevano alla dinastia mongola Yuan, impero altamente corrotto. Grazie al suo coraggio e alla sua abilità militare, Zhu Yuanzhang è riuscito a sconfiggere i mongoli e a conquistare la Cina, e a proclamarsi imperatore con il titolo di regno di Hongwu, che significa letteralmente “grandezza militare”. Nacque così la nuova dinastia Ming. Zhu Yuanzhang ha cercato di governare la Cina secondo i principi del confucianesimo e ha favorito lo sviluppo di una solida economia e di un efficiente apparato amministrativo. Ha anche costruito numerose fortezze e palazzi per difendere il paese dagli invasori e per rappresentare la potenza della nuova dinastia.

Quanto è durata la dinastia Ming? La dinastia Ming è durata circa tre secoli, dal 1368 al 1644, e ha avuto una grande importanza sia sul piano politico che su quello culturale. Durante il suo periodo di massimo splendore, la Cina ha riconquistato molte delle sue province perdute e si è espansa verso occidente fino a raggiungere il confine con l’India. Inoltre, la dinastia Ming ha favorito lo sviluppo di una ricca cultura artistica, in particolare nella ceramica.

 

 

Il periodo di massimo splendore

Il periodo di massimo splendore della dinastia Ming coincide con il regno di Yongle, il terzo imperatore della dinastia. Yongle è stato un grande sovrano illuminato che ha fatto costruire la città proibita e ha commissionato la famosa “nave azzurra”, una grande nave da guerra destinata a esplorare i mari del Sud-est asiatico. Yongle ha anche favorito lo sviluppo dell’economia e dell’agricoltura e ha promosso l’arte e la cultura. Dinastia ming e arte sono un binomio molto famoso: sotto il suo regno, infatti, sono stati realizzati numerosi capolavori artistici, come i famosi vasi Ming in porcellana.

L’arte della ceramica

In quei tempi fu particolarmente nota la produzione di preziose porcellane. Nella   dinastia Ming i vasi rappresentano i pezzi in porcellana maggiormente prodotti ed erano destinati principalmente all’uso degli aristocratici e della corte imperiale. La produzione di ceramica china nella dinastia Ming è iniziata durante il regno di Yongle ma è proseguita anche negli anni successivi. Il classico vaso della dinastia Ming è realizzato in diversi colori, come il blu, il giallo e il bianco, e con decorazioni molto ricche e sofisticate: sono considerati dei veri e propri capolavori dell’artigianato cinese.

Vaso dinastia Ming: prezzo

Essendo degli oggetti altamente preziosi i prezzi dei vasi Ming si aggirano dai 10.000€ a salire. Uno dei più costosi è stato addirittura aggiudicato all’asta per 21 milioni di euro. Sono dei pezzi molto ambiti, ma attenzione la fregatura può essere dietro l’angolo. Sono infatti tantissimi i falsi che girano in commercio, per cui prima di acquistare un vaso cinese, oppure partecipare ad un’asta è sempre meglio rivolgersi a degli antiquari professionisti che possano verificarne l’autenticità e stimarne il proprio valore.

Mediazione linguistica: è una laurea utile per il mondo del lavoro?

Come molti di noi sanno, al giorno d’oggi conoscere le lingue è fondamentale.
Esistono vari modi per poter imparare le lingue, c’è chi si affida alle serie tv, film o canzoni in lingua originale, chi si trasferisce per brevi periodi nei paesi esteri, e chi si
affida invece a veri e propri corsi di laurea che oltre a formarci, possono aiutarci a lavorare in questo settore.
Oggi parleremo, infatti, della laurea in mediazione linguistica.

Che sbocchi lavorativi può darci?

Dove posso studiare mediazione linguistica?

Nello specifico questa laurea prevede lo studio di materie utili per lavorare come mediatore linguistico, interprete o traduttore.
Per definizione il mediatore è colui che deve far trovare a due parti un punto di incontro.
La linguistica invece è la scienza che studia il linguaggio umano, in tutti i suoi aspetti. Il ruolo di un mediatore linguistico è quindi quello di rendere possibile e facilitare la
comunicazione fra due soggetti che non sono in grado di comunicare nella stessa lingua.
Le materie principali del corso di laurea sono ad esempio:
• Linguistica italiana
• Informatica
• Letteratura italiana
• Lingua e mediazione di due lingue straniere
• Lingua e cultura
• Traduzione

Un laureato in mediazione linguistica non deve solo saper parlare in modo corretto le diverse lingue straniere ma deve possedere anche una base culturale, competenze di scrittura, nozioni di base in ambito economico-politico.
Gli studenti saranno avviati quindi verso l’utilizzo di strumenti di comunicazione e gestione dell’informazione su argomenti come: cultura, turismo, ambiente, ecc…
Importanti per la formazione di questa figura professionale sono esperienze di tirocinio/stage in collaborazione con enti legati alle varie università, che permettono
allo studente di mettere in pratica le competenze acquisite.I ruoli che ricopriranno i laureati sono:
• Esperto linguistico e traduttore
• Esperto linguistico nel settore del commercio, istruzione o ricerca
• Traduttore in vari ambiti (es. Politico o Sanitario)
• Esperto linguistico nel settore della comunicazione e marketing

In conclusione, esistono svariate occupazioni che ci permettono di sfruttare le conoscenze acquisite dopo aver conseguito una laurea in mediazione linguistica, e in ogni caso conoscere in maniera approfondita due o più lingue è ormai utile in quasi ogni ambiente lavorativo.

Corso di Laurea in Antropologia: Cosa Sapere?

L’antropologia è la scienza che studia l’evoluzione e le caratteristiche degli esseri umani dal punto di vista morfologico, fisiologico, psicologico. Questa disciplina mira ad indagare sui loro comportamenti all’interno della società.

Cosa si può fare con una laurea in antropologia?

Con una laurea in Antropologia gli sbocchi occupazionali sono diversi. Molti scelgono di continuare a studiare e si indirizzano verso la ricerca, ma tanti altri trovano lavoro nella scuola, in aziende, enti pubblici, nel Terzo Settore.

Infatti, alcuni lavorano come insegnanti di materie umanistiche nelle scuole superiori, oppure trovano occupazione nella Pubblica Amministrazione, nell’ambito dei Servizi Sociali e Culturali.

Altre professioni che possono svolgere sono quelle di mediatori culturali, operatori e progettisti sociali in ONG che si occupano di migranti e servizi per l’integrazione e per lo sviluppo urbano.

Molti lavorano in organizzazioni internazionali per la cooperazione e lo sviluppo e altri ancora trovano impiego nel settore dell’arte e della cultura, come per esempio gestiscono musei, curano mostre ed esposizioni e organizzano eventi culturali.

Dove si studia antropologia?

L’antropologia si studia in varie Università italiane come corso Magistrale e rientra nella Classe di laurea LM-1 – Classe delle lauree magistrali in Antropologia culturale ed etnologia. Gli atenei dove è presente il Corso di Laurea Magistrale di Antropologia sono quelli di:

  • Palermo – Università degli Studi di Palermo
  • Venezia – Università degli Studi “Ca’ Foscari” di Venezia
  • Siena –  Università degli Studi di Siena
  • Roma –  Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
  • Milano –  Università degli Studi di Milano-Bicocca
  • Firenze –  Università degli Studi di Firenze
  • Modena –  Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Cosa si studia in antropologia?

In Antropologia si studiano materie come storia dell’antropologia, antropologia museale, antropologia politica, geografia dello sviluppo, religioni e società, demografia storica e altre materie che hanno a che fare con l’evoluzione dell’essere umano sia come individuo che come collettività.

Come si fa a diventare antropologa?

Per lavorare all’interno dell’antropologia bisogna intraprendere un percorso di studi specifico e conseguire una laurea in uno degli indirizzi seguenti:

  • Diritto internazionale
  • Diritto del lavoro
  • Etica e deontologia professionale
  • Psicologia sociale
  • Psicologia della comunicazione
  • Psicologia interculturale
  • Linguistica
  • Economia

Il corso di studi va completato con il Corso di Laurea Magistrale in Antropologia, che come visto prima è presente in tanti atenei italiani.

Cosa Posso fare con una laurea in scienze Umane?

Conseguire una laurea in scienze umane è il sogno di tante persone che desiderano intraprendere un percorso per lavorare sia nell’insegnamento che nel settore educativo.

Essere in possesso di una laurea in scienze umane e sociali oggi vuol dire avere tante opportunità di lavoro, perché è una laurea che guarda al futuro e abbraccia tanti settori.

Questo percorso di laurea solitamente non è a numero programmato ed è sufficiente l’iscrizione per accedere ai vari corsi offerte nelle facoltà. Scopriamo quali sono le professioni a cui si può accedere conseguendo una laurea in scienze umane.

Laurea in scienze umane sbocchi lavorativi

La laurea in scienze umane è un profilo che offre diversi sbocchi lavorativi e infatti trova impiego sia nel settore dell’educazione che in quello dell’istruzione. Ecco dove si può trovare impiego con questa laurea:

  • Insegnamento
  • Enti pubblici e privati per l’educazione
  • Corsi di formazione
  • Editoria scolastica
  • Strutture per anziani
  • Biblioteche

Con la formazione acquisita si può dunque trovare lavoro in strutture che si occupano dei servizi della persona, in modo particolare riguardanti fasce d’età che partono dall’adolescenza e svolgere attività educative e didattiche.

I laureati in scienze umane, grazie alla conoscenza delle scienze pedagogiche che acquisiscono durante la formazione, possono lavorare anche in strutture dove serve dare supporto a persone con difficoltà di apprendimento.

Non solo, possono anche svolgere la professione di responsabile risorse umane e trovare lavoro in un settore in costante espansione, ma anche come responsabile della comunicazione, figura altrettanto richiesta nelle aziende.

Cosa si studia alla facoltà di scienze umane

La facoltà di scienze umane tratta quelle discipline che studiano l’essere umano e la società, in particolare l’origine e lo sviluppo delle società umane, andando a ricercarne le cause remote. Il percorso didattico prevede lo studio sulle istituzioni, le relazioni sociali e le basi della vita sociale. Per avere ben chiaro alla facoltà scienze umane università cosa si studia ecco le principali materie che sono incluse nel programma di studi:

  • Filosofia
  • Didattica
  • Sociologia
  • Psicologia
  • Letteratura
  • Filologia
  • Pedagogia
  • Arti visive
  • Storia dell’arte

Il percorso permette di conseguire una piena padronanza scritta e orale della lingua italiana e una conoscenza approfondita della lingua e delle sue espressioni letterarie. Gli studi su storia antica, moderna e contemporanea e di altre materie consentono di acquisire le conoscenze necessarie per svolgere con le giuste competenze una delle tante occupazioni a cui dà sbocco la facoltà di scienze umane.

Scienze umane università quali frequentare

Le migliori facoltà di scienze umane da scegliere per conseguire una laurea e ottenere una formazione di lato livello si trovano a Roma, Padova (pd) e Torino. La preparazione universitaria che assicurano gli istituti presenti in queste città è completa e permette di avere le competenze necessarie per svolgere diverse professioni.

In ogni corso di laurea vi sono altre materie oltre a quelle principali che stanno alla base dei corsi di scienze umane e vanno valutate al momento della scelta.

Come Diventare Procuratore Sportivo?

Resa nota anche da alcuni film, e da alcuni personaggi divenuti famosi anche nel panorama italiano, il procuratore sportivo è un professionista che ormai da anni affascina parecchio. Ci sono molti giovani che sono attratti dall’idea di intraprendere questa professione, che li porta dritti al cuore del mondo dello sport.

Negli USA, i procuratori che lavorano nel settore del football americano o del basket, possono divenire davvero nomi importanti. Per gli italiani, ovviamente, il procuratore sportivo di calcio è visto un po’ come il top di carriera, soprattutto se si occupa dei contratti dei grandi campioni; ma non è l’unico, e c’è  chi ha interesse anche per altri sport.

Ma prima di cominciare a pensare ai grandi risultati da ottenere, vediamo come si muovo i primi passi in questa professione e come diventare procuratore sportivo nel 2021-2022.

Cosa bisogna studiare per diventare procuratore sportivo?

No è necessario avere una laurea specifica per intraprendere questa professione; ma visto che si parla di professionisti, può sempre aiutare. L’ambito è quello sportivo, è vero, ma per forza bisogna laurearsi in Scienza Motorie; anzi Economia o Giurisprudenza sono ottimi percorsi da cui partire. In fondo, un procuratore sportivo avvocato è una garanzia in più al momento della firma di un contratto.

Ma ciò che serve veramente, è seguire un “procuratore sportivo corso”. E’ con queste lezioni, che oggi si possono seguire anche online, che si imparano veramente le basi del mestiere.

Soprattutto, ci si preparare al passo finale: superare l’esame. Per presentarti, devi prima fare 6 mesi di tirocinio con un agente sportivo. Hai il titolo di procuratore sportivo a esame superato. Il CONI organizza corsi per divenire procuratore sportivo di calcio, poi sii accede a una prova della FIGC.

Ovviamente, il tutto vale per ragazzi e per ragazze; il procuratore sportivo donna è ormai una realtà consolidata.

 Quanto prende un procuratore di calcio?

Non è una domanda facile cui rispondere: un procuratore sportivo stipendio a che livello arriva? Dipende da come lavora. Un procuratore è un agente, quindi lavora a commissione. Può essere in percentuale, in base allo stipendio che fa guadagnare all’atleta che segue; oppure una cifra forfettaria, per mettere a disposizione il suo impegno.
All’inizio, si potrebbe essere l’assistente di un professionista esperto, e avere una cifra fissa; per esempio, uno stipendio di circa 1000 euro al mese. Se poi vi mettete in proprio… tutto dipende dalle vostre capacità

Come iniziare a fare il procuratore sportivo?

Il fatto di dover fare un tirocinio di sei mesi presso un professionista, ti introduce già in qualche modo nel settore. Poi, come in ogni cosa, si cominciano a muovere i primi passi in ambienti piccoli. Cercate piccole realtà sportive, seguendo ragazzi giovani e promettenti.

Come faccio ad avere un procuratore di calcio?

C’è poi l’altra faccia della medaglia, ovvero gli sportivi. Anche chi si addentra per la prima volt nel mondo dello sport professionistico, può faticare a trovare un procuratore sportivo per giovani calciatori. La cosa migliore, è chiedere proprio agli enti che organizzano corsi ed esami. Fate sapere che state cercando qualcuno; sarà alle prime armi, ma lo siete anche voi. La cosa importante, è chiarire tutto nel contratto, magari facendovi guidare da un legale; così, in caso vogliate cambiare procuratore, saprete già come muovervi e in che tempi.