Dinastia Ming: storia e curiosità

In Cina sono state presenti numerose dinastie, tra cui la famosa dinastia Ming.

Ma cos’è la dinastia Ming? Quali sono stati i suoi sovrani e quali le sue caratteristiche principali? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Quante sono le dinastie cinesi?

In Cina sono esistite ben 18 dinastie divise tra il periodo arcaico e il periodo imperiale, alcune delle quali hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nell’arte del Paese. Tra queste, le più importanti sono state la dinastia Ming e Qing. Andiamo a soffermarci sulla dinastia Ming.

Cosa vuol dire Ming? Ming significa “luce brillante” e questo nome è stato scelto dal fondatore della dinastia per simboleggiare il nuovo periodo di splendore e prosperità che avrebbe dovuto segnare l’inizio del suo regno, infatti la bandiera della dinastia Ming è rappresentata da un sole giallo e rosso brillante su fondo blu. La dinastia Ming ha segnato un momento di grande rinascita dopo il periodo difficile e oscuro della precedente dinastia Yuan.

Chi è il fondatore dei Ming? La dinastia Ming è stata fondata nel 1368 da Zhu Yuanzhang, conosciuto principalmente col nome di regno di Hongwu. Era figlio di braccianti che morirono a causa della peste quando lui aveva sedici anni. Ritrovatosi solo si aggrega in un convento buddhista diventando un monaco mendicante, ma nel 1352 cambia tutto: entra in un gruppo di ribelli, i cosiddetti turbanti rossi, lasciando le vesti di monaco. Questi movimenti rivoluzionari si opponevano alla dinastia mongola Yuan, impero altamente corrotto. Grazie al suo coraggio e alla sua abilità militare, Zhu Yuanzhang è riuscito a sconfiggere i mongoli e a conquistare la Cina, e a proclamarsi imperatore con il titolo di regno di Hongwu, che significa letteralmente “grandezza militare”. Nacque così la nuova dinastia Ming. Zhu Yuanzhang ha cercato di governare la Cina secondo i principi del confucianesimo e ha favorito lo sviluppo di una solida economia e di un efficiente apparato amministrativo. Ha anche costruito numerose fortezze e palazzi per difendere il paese dagli invasori e per rappresentare la potenza della nuova dinastia.

Quanto è durata la dinastia Ming? La dinastia Ming è durata circa tre secoli, dal 1368 al 1644, e ha avuto una grande importanza sia sul piano politico che su quello culturale. Durante il suo periodo di massimo splendore, la Cina ha riconquistato molte delle sue province perdute e si è espansa verso occidente fino a raggiungere il confine con l’India. Inoltre, la dinastia Ming ha favorito lo sviluppo di una ricca cultura artistica, in particolare nella ceramica.

 

 

Il periodo di massimo splendore

Il periodo di massimo splendore della dinastia Ming coincide con il regno di Yongle, il terzo imperatore della dinastia. Yongle è stato un grande sovrano illuminato che ha fatto costruire la città proibita e ha commissionato la famosa “nave azzurra”, una grande nave da guerra destinata a esplorare i mari del Sud-est asiatico. Yongle ha anche favorito lo sviluppo dell’economia e dell’agricoltura e ha promosso l’arte e la cultura. Dinastia ming e arte sono un binomio molto famoso: sotto il suo regno, infatti, sono stati realizzati numerosi capolavori artistici, come i famosi vasi Ming in porcellana.

L’arte della ceramica

In quei tempi fu particolarmente nota la produzione di preziose porcellane. Nella   dinastia Ming i vasi rappresentano i pezzi in porcellana maggiormente prodotti ed erano destinati principalmente all’uso degli aristocratici e della corte imperiale. La produzione di ceramica china nella dinastia Ming è iniziata durante il regno di Yongle ma è proseguita anche negli anni successivi. Il classico vaso della dinastia Ming è realizzato in diversi colori, come il blu, il giallo e il bianco, e con decorazioni molto ricche e sofisticate: sono considerati dei veri e propri capolavori dell’artigianato cinese.

Vaso dinastia Ming: prezzo

Essendo degli oggetti altamente preziosi i prezzi dei vasi Ming si aggirano dai 10.000€ a salire. Uno dei più costosi è stato addirittura aggiudicato all’asta per 21 milioni di euro. Sono dei pezzi molto ambiti, ma attenzione la fregatura può essere dietro l’angolo. Sono infatti tantissimi i falsi che girano in commercio, per cui prima di acquistare un vaso cinese, oppure partecipare ad un’asta è sempre meglio rivolgersi a degli antiquari professionisti che possano verificarne l’autenticità e stimarne il proprio valore.

Mediazione linguistica: è una laurea utile per il mondo del lavoro?

Come molti di noi sanno, al giorno d’oggi conoscere le lingue è fondamentale.
Esistono vari modi per poter imparare le lingue, c’è chi si affida alle serie tv, film o canzoni in lingua originale, chi si trasferisce per brevi periodi nei paesi esteri, e chi si
affida invece a veri e propri corsi di laurea che oltre a formarci, possono aiutarci a lavorare in questo settore.
Oggi parleremo, infatti, della laurea in mediazione linguistica.

Che sbocchi lavorativi può darci?

Dove posso studiare mediazione linguistica?

Nello specifico questa laurea prevede lo studio di materie utili per lavorare come mediatore linguistico, interprete o traduttore.
Per definizione il mediatore è colui che deve far trovare a due parti un punto di incontro.
La linguistica invece è la scienza che studia il linguaggio umano, in tutti i suoi aspetti. Il ruolo di un mediatore linguistico è quindi quello di rendere possibile e facilitare la
comunicazione fra due soggetti che non sono in grado di comunicare nella stessa lingua.
Le materie principali del corso di laurea sono ad esempio:
• Linguistica italiana
• Informatica
• Letteratura italiana
• Lingua e mediazione di due lingue straniere
• Lingua e cultura
• Traduzione

Un laureato in mediazione linguistica non deve solo saper parlare in modo corretto le diverse lingue straniere ma deve possedere anche una base culturale, competenze di scrittura, nozioni di base in ambito economico-politico.
Gli studenti saranno avviati quindi verso l’utilizzo di strumenti di comunicazione e gestione dell’informazione su argomenti come: cultura, turismo, ambiente, ecc…
Importanti per la formazione di questa figura professionale sono esperienze di tirocinio/stage in collaborazione con enti legati alle varie università, che permettono
allo studente di mettere in pratica le competenze acquisite.I ruoli che ricopriranno i laureati sono:
• Esperto linguistico e traduttore
• Esperto linguistico nel settore del commercio, istruzione o ricerca
• Traduttore in vari ambiti (es. Politico o Sanitario)
• Esperto linguistico nel settore della comunicazione e marketing

In conclusione, esistono svariate occupazioni che ci permettono di sfruttare le conoscenze acquisite dopo aver conseguito una laurea in mediazione linguistica, e in ogni caso conoscere in maniera approfondita due o più lingue è ormai utile in quasi ogni ambiente lavorativo.

Corso di Laurea in Antropologia: Cosa Sapere?

L’antropologia è la scienza che studia l’evoluzione e le caratteristiche degli esseri umani dal punto di vista morfologico, fisiologico, psicologico. Questa disciplina mira ad indagare sui loro comportamenti all’interno della società.

Cosa si può fare con una laurea in antropologia?

Con una laurea in Antropologia gli sbocchi occupazionali sono diversi. Molti scelgono di continuare a studiare e si indirizzano verso la ricerca, ma tanti altri trovano lavoro nella scuola, in aziende, enti pubblici, nel Terzo Settore.

Infatti, alcuni lavorano come insegnanti di materie umanistiche nelle scuole superiori, oppure trovano occupazione nella Pubblica Amministrazione, nell’ambito dei Servizi Sociali e Culturali.

Altre professioni che possono svolgere sono quelle di mediatori culturali, operatori e progettisti sociali in ONG che si occupano di migranti e servizi per l’integrazione e per lo sviluppo urbano.

Molti lavorano in organizzazioni internazionali per la cooperazione e lo sviluppo e altri ancora trovano impiego nel settore dell’arte e della cultura, come per esempio gestiscono musei, curano mostre ed esposizioni e organizzano eventi culturali.

Dove si studia antropologia?

L’antropologia si studia in varie Università italiane come corso Magistrale e rientra nella Classe di laurea LM-1 – Classe delle lauree magistrali in Antropologia culturale ed etnologia. Gli atenei dove è presente il Corso di Laurea Magistrale di Antropologia sono quelli di:

  • Palermo – Università degli Studi di Palermo
  • Venezia – Università degli Studi “Ca’ Foscari” di Venezia
  • Siena –  Università degli Studi di Siena
  • Roma –  Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
  • Milano –  Università degli Studi di Milano-Bicocca
  • Firenze –  Università degli Studi di Firenze
  • Modena –  Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Cosa si studia in antropologia?

In Antropologia si studiano materie come storia dell’antropologia, antropologia museale, antropologia politica, geografia dello sviluppo, religioni e società, demografia storica e altre materie che hanno a che fare con l’evoluzione dell’essere umano sia come individuo che come collettività.

Come si fa a diventare antropologa?

Per lavorare all’interno dell’antropologia bisogna intraprendere un percorso di studi specifico e conseguire una laurea in uno degli indirizzi seguenti:

  • Diritto internazionale
  • Diritto del lavoro
  • Etica e deontologia professionale
  • Psicologia sociale
  • Psicologia della comunicazione
  • Psicologia interculturale
  • Linguistica
  • Economia

Il corso di studi va completato con il Corso di Laurea Magistrale in Antropologia, che come visto prima è presente in tanti atenei italiani.

Cosa Posso fare con una laurea in scienze Umane?

Conseguire una laurea in scienze umane è il sogno di tante persone che desiderano intraprendere un percorso per lavorare sia nell’insegnamento che nel settore educativo.

Essere in possesso di una laurea in scienze umane e sociali oggi vuol dire avere tante opportunità di lavoro, perché è una laurea che guarda al futuro e abbraccia tanti settori.

Questo percorso di laurea solitamente non è a numero programmato ed è sufficiente l’iscrizione per accedere ai vari corsi offerte nelle facoltà. Scopriamo quali sono le professioni a cui si può accedere conseguendo una laurea in scienze umane.

Laurea in scienze umane sbocchi lavorativi

La laurea in scienze umane è un profilo che offre diversi sbocchi lavorativi e infatti trova impiego sia nel settore dell’educazione che in quello dell’istruzione. Ecco dove si può trovare impiego con questa laurea:

  • Insegnamento
  • Enti pubblici e privati per l’educazione
  • Corsi di formazione
  • Editoria scolastica
  • Strutture per anziani
  • Biblioteche

Con la formazione acquisita si può dunque trovare lavoro in strutture che si occupano dei servizi della persona, in modo particolare riguardanti fasce d’età che partono dall’adolescenza e svolgere attività educative e didattiche.

I laureati in scienze umane, grazie alla conoscenza delle scienze pedagogiche che acquisiscono durante la formazione, possono lavorare anche in strutture dove serve dare supporto a persone con difficoltà di apprendimento.

Non solo, possono anche svolgere la professione di responsabile risorse umane e trovare lavoro in un settore in costante espansione, ma anche come responsabile della comunicazione, figura altrettanto richiesta nelle aziende.

Cosa si studia alla facoltà di scienze umane

La facoltà di scienze umane tratta quelle discipline che studiano l’essere umano e la società, in particolare l’origine e lo sviluppo delle società umane, andando a ricercarne le cause remote. Il percorso didattico prevede lo studio sulle istituzioni, le relazioni sociali e le basi della vita sociale. Per avere ben chiaro alla facoltà scienze umane università cosa si studia ecco le principali materie che sono incluse nel programma di studi:

  • Filosofia
  • Didattica
  • Sociologia
  • Psicologia
  • Letteratura
  • Filologia
  • Pedagogia
  • Arti visive
  • Storia dell’arte

Il percorso permette di conseguire una piena padronanza scritta e orale della lingua italiana e una conoscenza approfondita della lingua e delle sue espressioni letterarie. Gli studi su storia antica, moderna e contemporanea e di altre materie consentono di acquisire le conoscenze necessarie per svolgere con le giuste competenze una delle tante occupazioni a cui dà sbocco la facoltà di scienze umane.

Scienze umane università quali frequentare

Le migliori facoltà di scienze umane da scegliere per conseguire una laurea e ottenere una formazione di lato livello si trovano a Roma, Padova (pd) e Torino. La preparazione universitaria che assicurano gli istituti presenti in queste città è completa e permette di avere le competenze necessarie per svolgere diverse professioni.

In ogni corso di laurea vi sono altre materie oltre a quelle principali che stanno alla base dei corsi di scienze umane e vanno valutate al momento della scelta.

Come Diventare Procuratore Sportivo?

Resa nota anche da alcuni film, e da alcuni personaggi divenuti famosi anche nel panorama italiano, il procuratore sportivo è un professionista che ormai da anni affascina parecchio. Ci sono molti giovani che sono attratti dall’idea di intraprendere questa professione, che li porta dritti al cuore del mondo dello sport.

Negli USA, i procuratori che lavorano nel settore del football americano o del basket, possono divenire davvero nomi importanti. Per gli italiani, ovviamente, il procuratore sportivo di calcio è visto un po’ come il top di carriera, soprattutto se si occupa dei contratti dei grandi campioni; ma non è l’unico, e c’è  chi ha interesse anche per altri sport.

Ma prima di cominciare a pensare ai grandi risultati da ottenere, vediamo come si muovo i primi passi in questa professione e come diventare procuratore sportivo nel 2021-2022.

Cosa bisogna studiare per diventare procuratore sportivo?

No è necessario avere una laurea specifica per intraprendere questa professione; ma visto che si parla di professionisti, può sempre aiutare. L’ambito è quello sportivo, è vero, ma per forza bisogna laurearsi in Scienza Motorie; anzi Economia o Giurisprudenza sono ottimi percorsi da cui partire. In fondo, un procuratore sportivo avvocato è una garanzia in più al momento della firma di un contratto.

Ma ciò che serve veramente, è seguire un “procuratore sportivo corso”. E’ con queste lezioni, che oggi si possono seguire anche online, che si imparano veramente le basi del mestiere.

Soprattutto, ci si preparare al passo finale: superare l’esame. Per presentarti, devi prima fare 6 mesi di tirocinio con un agente sportivo. Hai il titolo di procuratore sportivo a esame superato. Il CONI organizza corsi per divenire procuratore sportivo di calcio, poi sii accede a una prova della FIGC.

Ovviamente, il tutto vale per ragazzi e per ragazze; il procuratore sportivo donna è ormai una realtà consolidata.

 Quanto prende un procuratore di calcio?

Non è una domanda facile cui rispondere: un procuratore sportivo stipendio a che livello arriva? Dipende da come lavora. Un procuratore è un agente, quindi lavora a commissione. Può essere in percentuale, in base allo stipendio che fa guadagnare all’atleta che segue; oppure una cifra forfettaria, per mettere a disposizione il suo impegno.
All’inizio, si potrebbe essere l’assistente di un professionista esperto, e avere una cifra fissa; per esempio, uno stipendio di circa 1000 euro al mese. Se poi vi mettete in proprio… tutto dipende dalle vostre capacità

Come iniziare a fare il procuratore sportivo?

Il fatto di dover fare un tirocinio di sei mesi presso un professionista, ti introduce già in qualche modo nel settore. Poi, come in ogni cosa, si cominciano a muovere i primi passi in ambienti piccoli. Cercate piccole realtà sportive, seguendo ragazzi giovani e promettenti.

Come faccio ad avere un procuratore di calcio?

C’è poi l’altra faccia della medaglia, ovvero gli sportivi. Anche chi si addentra per la prima volt nel mondo dello sport professionistico, può faticare a trovare un procuratore sportivo per giovani calciatori. La cosa migliore, è chiedere proprio agli enti che organizzano corsi ed esami. Fate sapere che state cercando qualcuno; sarà alle prime armi, ma lo siete anche voi. La cosa importante, è chiarire tutto nel contratto, magari facendovi guidare da un legale; così, in caso vogliate cambiare procuratore, saprete già come muovervi e in che tempi.

Dove studiare graphic design a Roma?

Le competenze richieste oggigiorno nel mondo del digital sono davvero strutturate e composite: viene richiesta una professionalità a tutto tondo nel momento in cui viene avviata la ricerca di una figura da inserire in un organico aziendale, di modo da utilizzarla per curare tutti gli aspetti attinenti alla grafica prodotto, pubblicitaria e non solo.

La parola d’ordine, dunque, è una sola: formazione. Se hai la passione per il graphic design e vuoi lavorare in questo settore devi indispensabilmente studiare, nonostante sia opinione comune che anche da autodidatta si possa poi lavorare, non è così. Le aziende richiedono oramai, sia per collaborazioni esterne che per le assunzioni, un certificato o attestato che testimoni la competenza del soggetto a cui stanno per affidare una parte fondamentale della loro attività, appunto quella della grafica di design e digitale, indispensabile nel mondo digital attuale.

Se vuoi lavorare come graphic designer a Roma e seguire un corso di graphic design sempre a Roma, ecco a te alcune informazioni:

  • una delle opzioni è iscriversi ad un corso di laurea dedicato proprio alla materia come il Master in Design, Visual, and Multimedia Communication (LM-12) dell’Università Sapienza, con durata biennale. Tale percorso di specializzazione è appunto incentrato sul mondo visual multimediale ed è in grado di conferire agli studenti una preparazione elevata nel campo d’interesse;
  • altra alternativa è quella di seguire un corso di graphic design presso un ente convenzionato con la Regione Lazio che, oltre a fornire una preparazione elevata grazie ai docenti d’eccellenza presenti nel piano formativo, ti conferirà, al termine del corso, anche un attestato riconosciuto a livello europeo e pertanto ampiamente spendibile a curriculum. Tale opportunità è fornita dalla Dam Communication!
  • il corso in graphic design è presente anche all’istituto IED di Roma e Milano che ha come obiettivo quello di formare i nuovi professionisti del futuro nella comunicazione grafica e digitale;
  • potresti anche decidere di frequentare un corso gratuito in graphic design a Roma oppure un corso gratuito ma, di certo, la preparazione che avrai al termine, nonché l’attestato di partecipazione, non sarà paragonabile né ai master simili in materia né ai corsi svolti in istituti specializzati e convenzionati con le istituzioni regionali e statali.

Quanto costa un corso di graphic design?

Sono diversi i parametri che determinano il costo di un corso di graphic design tra i quali di certo non può essere sottovalutata la qualità dell’offerta formativa che, di certo, ripaga dal punto di vista della professionalità che verrà acquisita. Molti corsi però riescono ad ridimensionare questi costi, soprattutto quelli accreditati con gli enti regionali.

Quanto guadagna un designer grafico?

Il lavoro del designer grafico può di certo dare molte soddisfazioni in termini di guadagni, sia che tu decida di lavorare come freelance che come dipendente di un’azienda privata. Non va neanche sottovalutata l’apertura al digitale che, negli ultimi anni, ha interessato anche le amministrazioni pubbliche che, per i profili da selezionare, richiedono sempre più spesso professionisti del digital e del marketing.

Cosa stai aspettando? Segui il tuo sogno di diventare graphic designer e scegli il percorso formativo che fa più al caso tuo.

Come diventare event planner?

Event planner una figura professionale molto richiesta e con tante sfumature diverse, scopriamola insieme in questo articolo.

Al giorno d’oggi una delle figure professionali più richieste di sempre è l’event planner, ossia un professionista che si occupa di realizzare eventi. Questa figura professionale è molto particolare perché dire organizzatore di eventi apre un mondo di opportunità, ci sono infatti tantissime tipologie di eventi e feste differenti e c’è chi preferisce esercitare questa professione restando sul generico e chi invece punta ad offrire un servizio più mirato offrendo la sua professionalità per un unico genere di eventi. Di fatti matrimoni, battesimi, cerimonie religiose di ogni tipo vengono realizzate tutte in modo diverso e non sono gli unici eventi che incontriamo perché poi passiamo alle feste di compleanno per grandi e piccini, alle saghe di paese, alle feste comunali, agli eventi aziendali. Insomma la parola evento racchiude veramente un intero mondo pieno di sfaccettature differenti, in questo articolo andremo a spiegarti come diventare un perfetto event planner e cominciare ad offrire i tuoi servizi ai tuoi clienti.

Come si fa a diventare party planner?

Il party planner è la figura professionale che si occupa di organizzare party quindi parliamo principalmente di feste di ogni genere. Al giorno d’oggi non c’è un vero e proprio iter da seguire scolastico per cominciare a lavorare in questo settore, sicuramente ti può aiutare seguire un corso di formazione possibilmente certificato. Il corso di formazione ti permette di conoscere tutte le sfaccettature dell’organizzazione degli eventi e quindi non solo quelle classiche che conosciamo tutti ad esempio: personale da assumere, catering, inviti, intrattenimento ect ma anche come eseguire le eventuali richieste di autorizzazioni, le licenze che devono possedere i professionisti che assumi, gli iter burocratici che devi seguire per organizzare un evento. Ti forniscono inoltre una serie di competenze che ti permettono di intervenire davanti a problemi dell’ultimo minuto o ad elaborare perfette strategie di marketing per la promozione dell’evento. Ti abbiamo anche consigliato però che sia un corso certificato questo perché i corsi gratuiti non ti forniscono tutte le competenze e le nozioni che ti occorrono, e inoltre quelli certificati hanno un valore molto più alto anche agli occhi dei tuoi clienti.

Quanto guadagnano gli organizzatori di eventi?

Il guadagno di un event planner è molto diversificato infatti si parte da una base di 20 mila euro annui fino a salire e superare anche i 50 mila euro. Tutto dipende dal settore in cui andrai ad inserirti, dalla tua esperienza e sé sceglierai di essere assunto oppure di lavorare come libero professionista. In media possiamo dire che un organizzatore di eventi indipendente guadagna circa 45 mila euro l’anno e lo stesso vale per un event planner aziendale. Mentre un professionista alle prime armi guadagna poco più di 20 mila euro l’anno.

Cosa serve per essere organizzatore di eventi?

Per essere un organizzatore di eventi avrai bisogno di aprire una partita IVA e regolamentare la tua attività, a tal proposito per vagliare al meglio la tua posizione fiscale e la tua figura professionale è bene assumere un commercialista che ti guidi nel percorso più adatto alle tue esigenze.  Come ti abbiamo anticipato sarebbe bene seguire un corso di formazione completo e certificato, inoltre per massimizzare ancora di più le tue competenze e apprendere ogni sfaccettatura di questa professione è consigliabile un periodo di tirocinio o di apprendistato accanto ad un professionista già inserito nel settore. Questo ti permetterà di creare la tua prima lista contatti, ogni buon event planner ha infatti professionisti di fiducia a cui affidarsi come ad esempio fornitori, musicisti, catering, location ect.

Il discorso è diverso se invece vogliamo essere parte di un’azienda e quindi farci assumere ed essere dipendenti perché una volta conseguito il corso potremo cominciare a candidarci come professionisti alle varie aziende.

Se vuoi approfondire con gli studi hai anche la possibilità di seguire un corso di laurea e in questo caso il più indicato è sicuramente un corso di laurea legato al marketing.

Cosa fa un organizzatore di eventi culturali?

Un organizzatore di eventi culturali è colui che si occupa di organizzare eventi a sfondo culturale quindi possono essere ad esempio feste di paese, sagre, sagre comunali, eventi artistici, mostre d’arte, mostre musicali, eventi musicali, concerti, e via discorrendo. In questa categoria rientrano tutti quegli eventi che interessano arte, storia, musica e cultura di ogni genere.

Ora che conosci tutto su come diventare un event planner non ti resta altro da fare che iniziare il tuo percorso.

Come diventare un notaio

Come si può diventare un notaio? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Il notaio rientra tra le professioni più antiche al mondo, si parla infatti di questa figura professionale già al tempo degli antichi romani per poi ritrovarla fino ai giorni d’oggi. Esattamente com’era allora, anche oggi, il notaio è una figura di riferimento importante per la società e che si occupa di stipulare e registrare atti di compravendita di ogni genere e in particolare quelli immobiliari, aperture di società e di testamenti, e molto altro. Intraprendere questa carriera oggi richiede un percorso specifico andiamo perciò a scoprire come diventare un notaio è possibile.

Il primo passo è il percorso di studi giusti

Per poter esercitare questa professione è importante scegliere il percorso di studi giusti in questo caso si tratta di Giurisprudenza, è necessaria perciò una laurea magistrale in questo campo. Come ben sai se procederai a pieno ritmo l’impegno scolastico ti richiederà non meno di 5 anni e quindi è bene che tu ti stia chiedendo quanti anni per diventare notaio perché è un percorso molto lungo e tutto in salita.

La pratica

Dopo aver conseguito la laurea è necessario fare pratica esercitandola presso un notaio professionista per un minimo di 18 mesi. Per poter svolgere la pratica notarile è necessario avere la laurea conseguita in una Università italiana o estera con titolo equivalente ed avere la cittadinanza italiana o appartenere ad uno dei 28 stati membri UE.

Il futuro notaio sceglie lo studio dove vuole praticare e poi dovrà effettuare l’iscrizione al registro dei praticantati presente presso il Consiglio Notarile Locale. Ogni due mesi dovrà presentare un certificato firmato dal notaio dove esercita il praticantato che attesta che si sta effettivamente svolgendo tale mansione.

Il concorso pubblico

Non tutti sanno che il numero di notai presenti sul territorio italiano viene stabilito dal Ministro della Giustizia per ottenere una copertura piena dell’intero territorio. Perciò per diventare notaio è difficile il percorso da intraprende. Per poter rientrare tra i notai è necessario partecipare ad un bando specifico che viene proposto dal Ministero ogni anno. È possibile partecipare solo se si è svolto il praticantato e solo se non si ha superato i 50 anni di età. Si ha la possibilità di fare 3 tentativi per passare il concorso pubblico, superati i tre tentativi non si può più svolgere questa professione.

L’esame notaio è suddiviso in una parte scritta composta da tre prove teoriche pratiche, ed un esame orale. Alla fine di ogni concorso esce la graduatoria nazionale con il punteggio che si è conseguito. I vincitori avranno la possibilità di scegliere la sede dove vorranno esercitare. Se si vince il concorso si ha tempo 3 mesi per avviare il proprio studio notarile e si dovrà prestare giuramento presso il Tribunale della sede assegnata.

Come diventare massaggiatore professionista: i consigli di un esperto

La parola massaggio derivare dall’arabo “mass” o “mash” (frizionare, premere) o dal greco “masso” (impastare, maneggiare).

Con questo termine ci riferiamo ad una serie di manovre eseguite con le mani direttamente sul corpo, il cui scopo è quello di agire sulla massa muscolare.

Le principali manovre come quella di sfioramento, impastamento, frizione, pressione, stiramento sono eseguite con ritmo, direzione e forza differenti a seconda del risultato che si vuole raggiungere o che il paziente richiede.

I massaggi, i quali effetti benefici su corpo e mente sono stati riconosciuti, sono molto diffusi oggi e sempre di più sono le persone che si rivolgono ad un centro estetico specializzato per sottoporsi a massaggi adeguati alle loro esigenze (ad esempio per defaticare i muscoli, per poter disintossicare il corpo, per aumentare la tonicità di alcuni tessuti o anche per alleviare stress).

Tra le tipologie di massaggi più diffusi, ci sono i massaggi estetici, pensati per prendersi cura del viso e anche del corpo (si pensi ai massaggi rassodanti, anti cellulite ed anti età).

Il/la massaggiatore/massaggiatrice, professionista indispensabile per il benessere psicofisico della persona, è colui che effettua sul corpo specifiche manovre con le mani (o con altre apparecchiature meccaniche o elettriche) che possono, in base al tipo di tecnica usata, favorire il benessere psico-fisico o curare l’estetica delle persone.

La domanda che spesso viene posta è “quanto guadagna un massaggiatore?”, la risposta varia a seconda dell’esperienza del professionista in questione. Un massaggiatore con esperienza minima (meno di 3 anni) può aspettarsi uno stipendio medio complessivo di circa 1.230 € netti al mese, invece con 4-9 anni di esperienza, si può ottenere uno stipendio medio di circa 1.680 €, mentre un massaggiatore esperto guadagna in media 1.950 €

Come diventare massaggiatore professionista

Per diventare massaggiatore è necessario frequentare corsi specifici che diano diritto, dopo la frequenza, ad un attestato che qualifichi le proprie competenze e abilità sul campo.

Un professionista del settore, Fernando Melileo, sostiene che per intraprendere questo percorso è necessario iscriversi e frequentare un corso base per massaggiatori, ad esempio il classico corso svedese, per poter apprendere tutte le tecniche basilari come ad esempio:

  • L’impastamento;
  • La frizione;
  • La percussione;
  • La vibrazione etc.

Per chi si affaccia per la prima volta su questo mondo, cominciare un percorso completo di massaggi ti permette di acquisire tutte le tecniche fondamentali, a partire dal californiano o dall’hot stone, ma anche di apprendere tutti i massaggi più tecnici come il decontratturante per la schiena.

Scegliere i giusti corsi per diventare massaggiatore non è semplice, l’elemento fondamentale su cui basare la tua scelta è non tanto il costo stesso del corso, quanto il docente che lo sosterrà per questo è importante capire il suo livello di professionalità, il suo background, da quanti anni svolge questo mestiere ed i vari feedback ricevuti. Per diventare un professionista, è necessario imparare da un vero specialista del settore!

Cruciale è stata la legge n°4 del 2013, la quale stabilisce che anche l’operatore olistico (o massaggiatore) può esercitare la libera professione senza necessità di alcuna abilitazione o dell’iscrizione all’albo del settore. Sarà possibile svolgere la professione in modo libero e sicuro grazie ad attestati e diplomi rilasciati da scuole o accademia autorizzate.

Il Massaggiatore potrà trattare tutte quelle persone che decideranno di affidarsi alla sua figura per risolvere problemi legati a stati generali di malessere, stati di stress e tensioni, stati di affaticamento, oltre logicamente a quelle persone che richiedono trattamenti solamente per  puro piacere.

In sostanza, se ti stai domandando come diventare massaggiatrice o massaggiatore professionista, scegli un corso per massaggiatori in un’accademia specializzata ed analizza in maniera approfondita i docenti che ti affiancheranno per avere la garanzia di affidarti a dei veri professionisti.

Dove studiare fotografia a Roma e in Italia: quali sono le migliori scuole?

Spesso la passione per la fotografia può diventare un vero e proprio lavoro. Ma come avvicinarsi a questo mondo? Sono molti i corsi e le scuole di fotografia presenti a Roma e su tutto il territorio italiano, tutte con un offerta formativa molto valida e con costi variabili in base all’esigenza dei corsisti.

Fotografia a Roma: dove studiare fotografia in Italia?

Per chi vuole fare quindi della fotografia la sua professione non resta che informarsi su quale sia il percorso professionale più adatto alle proprie esigenze. Ma prima bisogna fare una distinzione tra due diverse tipologie formative:

  • Accademia della fotografia: La quale è una vera e propria Università che rilascia una laurea in fotografia. In questo caso, completato il ciclo di studi, si ottiene un titolo accademico. Tra le sedi più importanti abbiamo quella di Roma e di Firenze;
  • Corso professionale di fotografia: Si tratta di un percorso formativo professionalizzante. In questo caso è l’ente che organizza il corso e a stabilire e fornire un’attestazione di professionalità.

Quale corso di fotografia è possibile frequentare a Roma nella regione Lazio? Tra le scuole più conosciute in campo fotografico a Roma, troviamo:

  • ISFCI: Istituto superiore di fotografia sito a Roma con oltre 30 anni di esperienza nel settore;
  • IED: Che propone invece sia percorsi triennali che corsi post diploma;
  • Scuola Romana di Fotografia e Cinema: Il cui obiettivo è quello di analizzare il cambiamento e guardare verso il futuro.

Bisogna dire però che per svolgere questa professione, non è necessaria né una laurea né un corso, non esiste infatti un albo dei fotografi. Ciò nonostante è importante essere in grado di svolgere il lavoro al meglio e per farlo è necessario un bagaglio di conoscenze, di tecniche e pratiche utili al conseguimento di un portfolio professionale completo.

Quali sono gli istituti superiori di fotografia

E allora che scuola fare per studiare fotografia? Esistono diversi istituti professionali e/o scuole d’arte che permettono a chi desidera iniziare questa professione di intraprendere il percorso formativo. Per avviarsi alla professione e conoscere il mondo artistico, si può iniziare da un liceo artistico o da un istituto professionale di fotografia, che si incentra su laboratori di comunicazione visiva, produzioni fotografiche, eventi e mostre. Questi istituiti offrono, oltre i corsi professionali aditi per una formazione completa, anche corsi serali e workshop nel weekend. Nella zona Eur a Roma puoi trovare anche corsi di fotografia digitale professionale.

Molto utili sono infine i corsi gratuiti su YouTube, che danno le basi per avviarsi al mondo della fotografia professionale e offrono workshop formativi con fotografi professionisti.

Come diventare fotografo professionista: i costi

Ma quali sono i prezzi di un corso di fotografia a Roma? Le tariffe variano in base alle esigenze e alle ore che si vogliono spendere per la propria formazione. In Italia, ad esempio, i prezzi variano in base il corso. Abbiamo infatti:

  • Stage di fotografia: Il cui prezzo varia tra i 500 e i 700 € (per 20 ore);
  • Atelier di foto: Si tratta di uno stage accelerato di 4/5 ore con costi variabili;
  • Corso specializzato: Per un’ora di corso il prezzo varia tra i 50 ed 80 €.

A differenza dei corsi, studiare fotografia in ambito accademico comporta una spesa di circa 7000 € l’anno, esclusa tassa di iscrizione e tasse Regionali. I percorsi formativi in Accademia invece variano tra i 200 e i 400 € al mese.